Civitavecchia ha ospitato la poesia con la presenza e le letture dei finalisti del Premio Strega Poesia. Una serata organizzata da Tirreno Power con la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci. Nella splendida cornice della Cittadella della Musica si sono alternate poesie, riflessioni e la musica di Andy Bluvertigo, introdotto da Margherita Schirmacher.
L’apparente anacronismo della poesia, del rapporto con il passato e con la tradizione, con i giovani, sono alcuni dei temi del dialogo di ieri sera, alcuni di questi ben focalizzati dal monologo dello scrittore Paolo Di Paolo. “Siamo sempre un po’ orientati a pensare che la poesia sia marginale, come qualcosa che sta al lato del fiume centrale della comunicazione, di qualunque forma di comunicazione. Però in realtà è nella sua apparente marginalità che la poesia resiste. Cioè, paradossalmente ci lamentiamo dei pochi lettori di poesie e nonostante questo tantissime persone scrivono poesie, magari non la leggono, ma sentono una confidenza con quella forma. Quello che la poesia prova a fare in qualunque secolo, in qualunque circostanza, in qualunque lingua, è arrivare al cuore dell’esperienza e tradurla in parole. E questo è un gesto tipicamente umano. Quindi fino a che ci sarà l’umano, al netto delle intelligenze artificiali, la poesia resiste.”
Il Sindaco di Civitavecchia Marco Piendibene ha ringraziato gli organizzatori della serata: “Civitavecchia è fortunata ad avere l’attenzione di Tirreno Power e della Fondazione Bellonci e questo segna anche un percorso di caratterizzazione di una città che non è soltanto una città produttiva. Civitavecchia continua a essere il porto, a essere una città a vocazione industriale, ma anche una città attenta alla cultura perché con il grande traffico di croceristi, il grande afflusso di persone, caratterizzarci in questo modo significa poi valorizzare anche il nostro comprensorio, i nostri monumenti, le nostre caratteristiche e la nostra storia”.
Giovanni Solimine Presidente della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci ha ripercorso la storia del premio che affianca da tre anni quello letterario: La poesia è forse la forma più alta di espressione letteraria, però purtroppo arriva poco al grande pubblico. Può crescere, può arrivare ai giovani, può essere veicolata attraverso i social network, i sistemi di messaggistica, quindi può essere un genere capace di intercettare anche le ansie, le aspirazioni, il desiderio di esprimersi del pubblico giovanile. Siamo presenti da qualche anno in questo territorio grazie all’iniziativa promossa da Tirreno Power, molto vicina alle iniziative della Fondazione e in genere ai temi della cultura. Siamo molto contenti di questa collaborazione, non soltanto perché ci consente di rafforzare il premio poesia, ma anche perché ci consente di essere presenti in luoghi come Civitavecchia che per noi è importante.
Enrico Erulo Direttore Corporate Affairs di Tirreno Power ha spiegato l’impegno dell’azienda per il territorio: “È il terzo anno che siamo qui con il Premio Strega Poesia, un’iniziativa a cui teniamo molto. Il nostro ruolo è generare energia, non solo elettrica ma anche energia della cultura, della conoscenza. Facciamo molti eventi con questo obiettivo. Abbiamo organizzato qui a Civitavecchia un importate evento sull’energia a livello nazionale con i principali esperti. La nostra centrale è sempre aperta ai progetti coi giovani. La Collaborazione con la Fondazione Bellonci per il Premio Strega Poesia è perfettamente coerente con la nostra missione culturale sul territorio.
Poi la voce ai poeti presenti: Alfonso Guida dà la sua interpretazione dell’essere poeta,”È vivere una certa condizione esistenziale. Dal punto di vista della mia esperienza non è una condizione comune. È una condizione forse anche un po’ sofferta, perché credo che il poeta sente il doppio, vede il doppio, soffre il doppio, un po’ come i carcerati. Perché vivono in questa cella e tutti i rumori vengono amplificati come in un bosco notturno” Sul suo libro Guida prosegue: “È un libro autobiografico scritto in tre giorni che è un po’ il referto di una descensus ad inferus durata tre giorni, appunto, un po’ quanto dura la visita nel mondo dei morti di Cristo per redimerli. E così è stato per me questo libro”.
Marilena Renda spiega che “Il mio libro è nato subito dopo il Covid ed è stato una esplosione di elementi che sono a un certo punto riemersi, di contenuti psichici. È una riscrittura del mito di Persefone. Ci sono questi due personaggi, Ade e Persefone che sono delle proiezioni psichiche. Il libro e racconta le dinamiche tra di loro. Racconta. Il ritorno di alcune cose rimosse, come i sogni, il rapporto con la madre, una sorta di attraversamento del buio, l’idea che l’amore è un incontro tra la luce e il buio. Del resto per me la poesia mantiene quell’ambiguità, quel mistero che forse ci servono ancora”.
Jonida Prifti spiega il suo modo di sentirsi poeta: “Essere poeta significa fare ciò che ci si sente di fare. Nella società il poeta ha sempre avuto un ruolo e sempre l’avrà. Più che il poeta, ciò che viene fuori dal poeta, la poesia. La potenza della poesia è ciò che la poesia può esprimere che è proprio potere. Il mio libro è una raccolta di poesie scritte in molti anni, in periodo significativi. Per me è difficile spiegare quello che il libro esprime. È il fluire delle parole ciò che conta, poi ognuno lo interpreta a modo suo”.
Andy Bluvertigo ha aperto e accompagnato la serata con un occhio alla poetica all’altro al sole e alla sue energia: “Ho scelto di fare ascoltare la canzone del mio Beatles preferito che è George Harrison con Here comes The Sun. E poi la rigenerazione del classico, con l’Animale di Franco Battiato. E ancora una canzone che amo molto dei Depeche Mode, completamente riarrangiata e stravolta, che si chiama One caress e infine un medley dedicato a David Bowie. La musica e la poesia si intrecciano molto spesso. Mi piace portare l’habitat musicale in un contesto come questo”.