Spesso nei corsi di team building o di leadership management fa la sua comparsa uno sport che sembra essere il più adatto a superare i confini del campo del gioco per inserirsi in quello della vita lavorativa. Il ricorso all’etica e alle regole del rugby è ormai un classico nel mondo aziendale, e siamo quasi sicuri che anche nel prossimo Coaching Expo 2021 appuntamento annuale dedicato alle innovative pratiche di formazione e crescita professionale, salterà fuori in qualche intervento.

Passare la palla all'indietro ci obbliga a ricordare chi è ancora in posizioni arretrate, ad aspettare chi è rimasto alle nostre spalle.

Tornando al rugby, cerchiamo un po’ di capire perché va così di moda quella palla ovale e quelle persone che le corrono davanti. Già “davanti”, potremmo partire dalla regola fondamentale del rugby per sottolinearne la peculiarità: la palla può essere passata con le mani solo indietro, mai in avanti. Come a dire, “io sono arrivato fin qui, ma senza chi ho dietro non posso andare oltre”. Un concetto che antepone al successo personale una condivisione di intenti e una comunanza con i compagni, lo stesso motivo per cui il giocatore che realizza la meta non si esibisce mai in bizzarre esultanze, ma corre subito indietro quasi a volersi nascondere tra gli altri giocatori della propria squadra.
Passare la palla all’indietro ci obbliga a ricordare chi è ancora in posizioni arretrate ad aspettare chi è rimasto alle nostre spalle. È in questa fase della partita che potremmo sentire il coach urlare “sostegno!”, per incitare chi è senza palla ad aiutare il portatore, ma anche per rammentare a quest’ultimo che se è davanti agli altri è perché c’è qualcuno dietro che lo sorregge e lo protegge.
È forse per questo che il rugby si presta così bene a diventare una metafora per il lavoro di gruppo e il raggiungimento di un obiettivo condiviso. L’energia che scorre tra chi lavora insieme per raggiungere una meta la possiamo sentire scorrere anche in un recente episodio in Australia, dove una squadra semi-amatoriale delle isole Fiji, in quarantena in un hotel, ha dato vita a un piccolo coro per ringraziare i lavoratori del complesso.
La nazionale italiana di rugby, da anni ammessa nell’élite del Sei Nazioni, insieme a Inghilterra, Irlanda, Francia, Scozia e Galles, difficilmente riesce a far valere la propria bravura contro queste big della palla ovale. Ma nonostante questo in varie occasioni sono stati prova esemplare dell’importante codice di comportamento e di fair play di questo sport che, nonostante le poche vittorie, coinvolge e unisce un grande numero di estimatori, attratti dalla bellezza del gioco, fuori e dentro al campo.