10 punti per cambiare energia

 

Durante i periodi di crisi il tempo sembra dilatarsi improvvisamente. Così gli scenari immaginati solo a novembre a Glasgow, durante la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, sembrano oggi lontani anni luce. Mentre l’Europa si interroga su come superare la sua dipendenza energetica dalla Russia e i prezzi di gas e del mercato elettrico raggiungono nuovi picchi, l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2050 è quasi scomparso dai radar mediatici. In Europa, ma non solo, si torna a parlare di carbone, alle pipeline si affiancano le navi metaniere per portare gas liquefatto nei rigassificatori attivi del continente e Commissione e governi nazionali sono all’opera per ridurre l’impatto su famiglie e imprese dei costi in aumento delle risorse energetiche.
Per cercare di orientarci in questo scenario complesso, mercoledì scorso ci siamo confrontati con i protagonisti italiani del settore nel digital talk “Gas naturale e mercato elettrico. Affrontare la transizione in tempi di crisi” all’interno del ciclo Dialoghi sull’energia. I vari interventi si sono soffermati tanto sulle soluzioni di breve periodo per uscire dall’impasse energetica quanto su quelle strutturali per progettare un sistema sicuro e integrato a livello europeo.

 

I DIECI PUNTI DELLA IEA
Sullo sfondo, la domanda che in tanti si pongono in questi giorni: come sostituire l’approvvigionamento di gas russo, che nel 2021 ha rappresentato il 45% del gas totale importato dall’Europa? A venirci in aiuto è la IEA, l’Agenzia internazionale dell’energia, che in una recente analisi elenca 10 punti tramite cui sarebbe possibile ridurre l’importazione europea di gas russo di almeno un terzo in un anno, cioè dai 150 miliardi di metri cubi del 2021 a 100 miliardi di metri cubi.

  1. Non rinnovare i contratti di fornitura con la Russia, molti dei quali a medio-breve scadenza.
  2. Individuare fornitori di gas alternativi alla Russia, sia tramite gasdotti già presenti, sia attraverso l’acquisto di gas naturale liquefatto.
  3. Introdurre obblighi minimi di stoccaggio di gas per rafforzare la resilienza del mercato.
  4. Accelerare lo sviluppo di nuovi impianti eolici e fotovoltaici, semplificando gli iter autorizzativi e uniformando la regolazione.
  5. Massimizzare la produzione da fonti esistenti immagazzinabili a basse emissioni, come la bioenergia e il nucleare (dove presente).
  6. Adottare misure a breve termine per proteggere dai prezzi elevati i più vulnerabili tra i consumatori di elettricità.
  7. Velocizzare la sostituzione degli impianti di riscaldamento a gas con le pompe di calore.
  8. Accelerare i miglioramenti dell’efficienza energetica negli edifici e nell’industria.
  9. Incentivare comportamenti di risparmio energetico, ad esempio riducendo di un grado la temperatura nelle abitazioni nel periodo invernale.
  10.  Intensificare gli sforzi per diversificare e decarbonizzare le fonti di flessibilità nel sistema elettrico.

Il tutto nella consapevolezza, come ha ricordato la direttrice di Anigas Marta Bucci durante il nostro digital talk che l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2050 appare oggi ancora più difficile da raggiungere di quanto già non fosse quando è stato annunciato.

 

SUPERARE LA CRISI SENZA ABBANDONARE LA TRANSIZIONE
Stiamo ragionando e investendo come se il mondo stesse andando in direzione del net zero quando in realtà, anche a politiche annunciate, arriveremmo a ridurre al massimo il 40% emissioni totali entro il 2050. Abbiamo commesso errori di valutazione e non abbiamo accompagnato questo processo. Il risultato è stato che si è creata una tensione importante sul mercato del gas, la fonte per eccellenza che può sostenere la transizione sostituendo il carbone.
In conclusione, Fabrizio Allegra, direttore generale di Tirreno Power, ha ricordato che, per superare la crisi senza abbandonare la transizione, salvaguardando il sistema energetico e con esso famiglie e tessuto produttivo del Paese, è necessario attenersi, pur nei diversi contesti nazionali, al piano europeo RePower EU e ai suoi tre pilastri incentrati su sviluppo delle rinnovabili, diversificazione dell’approvvigionamento di gas ed efficienza energetica.
La speranza è che, percorrendo queste tre strade, all’interno di un sistema integrato e con regole comuni, sarà possibile far fronte alle difficoltà in modo condiviso e senza rinunciare all’obiettivo di rendere più sostenibile il nostro sistema energetico. Perché transizione ecologica e sicurezza degli approvvigionamenti, in fondo, sono due facce della stessa medaglia.