Commissione price cap

 

Price cap dinamico, decoupling tra prezzo del gas e dell’elettricità, revisione del Ttf (Title Transfer Facility, l’indice dei prezzi del gas quotato ad Amsterdam). Erano numerosi i temi in discussione al Consiglio Energia di lunedì 24 ottobre, il primo per il neo ministro all’ambiente e alla sicurezza energetica Pichetto Fratin, affiancato dall’ex ministro alla transizione ecologica, e oggi consulente, Roberto Cingolani.

Tanti gli argomenti toccati, ma ancora nessuna misura è stata declinata nel dettaglio, rimanendo ai soli titoli dei meccanismi che si vorrebbe introdurre. In sostanza, tutto è stato rimandato al 24 novembre, al prossimo Consiglio Energia: per la Commissione un altro mese per rielaborare le soluzioni individuate. Un rinvio forse reso possibile anche dall’inversione di rotta del prezzo del gas che, lunedì stesso, è tornato ai livelli di giugno, periodo in cui la Russia iniziò a destabilizzare il mercato con il taglio unilaterale delle forniture all’Unione.

Sul tavolo c’era la proposta di elaborare un indice alternativo al Ttf, basato sulle quotazioni del GNL, e, nelle more dello sviluppo di tale misura, l’introduzione di un price cap flessibile e temporaneo che fisserebbe un “prezzo dinamico massico al quale possono aver luogo le operazioni di mercato spot per il gas nell’ambito del Ttf”. Un meccanismo che, come sottolineato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, “dovrà essere sufficientemente flessibile da garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, sufficientemente elevato da permettere al mercato di funzionare e al gas di arrivare (in Europa, n.d.r.) e infine sufficientemente ampio da coprire anche gli altri benchmark che abbiamo nell’UE”.

 

Mappa Europa

Fonte: Edn HUB

 

I 27 E IL PRICE CAP
La misura del cap, proposta da alcuni Paesi attraverso un “Non-paper”, ancora non ne convince alcuni altri, tra cui la Germania, che teme che il price cap possa spingere i paesi esportatori a non vendere più il gas all’Europa al prezzo calmierato. E senza il consenso di tutti e 27 i Paesi dell’Unione la misura, che dovrebbe essere approvata all’unanimità, ha poche chance di passare.

Non conoscendo ancora come queste misure saranno determinate nel concreto, permangono dubbi sull’effettiva praticabilità di un indice alternativo al Ttf (la misura che la Commissione vorrebbe sviluppare a tendere) dal momento che, per produrre i suoi effetti, tale indice dovrebbe essere spontaneamente (e ampiamente) adottato dagli operatori nei loro contratti (a meno di non volerlo rendere un riferimento obbligatorio per gli scambi nell’Unione).

Per quanto riguarda il cap, invece, il meccanismo “a corridoio” dovrebbe permettere una maggiore flessibilità dei prezzi. Tuttavia, affinché la misura funzioni davvero, sarà comunque necessario che blocchi il prezzo di mercato ad un certo livello, impedendo fiammate eccessive. Un livello oltre il quale, in condizioni di particolare tensione del mercato gas, l’Europa potrebbe avere difficoltà ad attirare i volumi necessari per gestire il proprio sistema.

E anche sul decoupling, cioè sul distacco del prezzo del gas da quello dell’elettricità, permangono differenti vedute tra gli stati membri. Anche perché il modello iberico, l’unico già sperimentato negli ultimi mesi in Spagna e Portogallo e che impone un calmiere ai prezzi del gas utilizzato per la produzione elettrica, andrebbe a vantaggio di alcuni paesi, Francia in testa, mentre quelli maggiormente dipendenti dalla produzione di elettricità a partire dal gas (Italia, Germania, Olanda), sarebbero penalizzati dai costi più alti. Infatti, questo meccanismo prevede che lo Stato compensi il differenziale tra il prezzo del gas sul mercato e quello pagato per la produzione di elettricità generando conseguenti impatti sui contribuenti.

Su questo, un’altra criticità riguarda come verrà gestita la compensazione per i produttori di elettricità: se il gas per la produzione elettrica dovrà essere acquistato a prezzo di mercato e solo successivamente verrà ristorata la differenza rispetto al cap definito, si determinerà un ulteriore problema di liquidità per gli operatori, già gravemente impattati su questo fronte dagli esorbitanti costi della materia prima.

 

IL PUNTO IN COMUNE
L’unico punto fermo raggiunto da Commissione e Consiglio sembra per ora essere quello relativo agli acquisti comuni di gas, anche se resta aperta la questione dell’obbligatorietà: la Commissione propone il 15% di acquisti congiunti per riempire gli stoccaggi in vista di una campagna estiva di riempimento che si presenta particolarmente complessa. Ad oggi, infatti, gli stock sono già pieni ma, la prossima estate, quando le scorte accumulate saranno in gran parte consumate, dopo un inverno complicato, e le forniture dalla Russia potenzialmente carenti o nulle, sarà difficile tornare agli attuali livelli di riempimento (oltre il 90%) in mancanza di uno sforzo comune e coordinato.

 

Birol

Fatih Birol, IEA Executive Director: “l’Europa supererà questo inverno, il prossimo sarà più duro”

 

Per quanto riguarda le stime per l’inverno imminente, gli esperti del settore segnalano rischi di scarsità concreti, anche con l’attivazione delle misure finora adottate dal Governo, specialmente nel trimestre dicembre-febbraio.
In ogni caso, gli ultimi mesi hanno fatto tirare un sospiro di sollievo all’intero sistema energetico europeo dal momento che consumi bassi per effetto della stagionalità e delle temperature particolarmente miti hanno fortemente ridimensionato i prezzi di gas ed elettricità, lasciando attendere una riduzione delle bollette per i prossimi mesi. Tuttavia, questo ritracciamento delle commodity è anche legato alla forte contrazione dei consumi di energia delle imprese europee che hanno deciso di ridurre o interrompere le loro produzioni a causa dei costi esorbitanti a cui sono esposte: un segnale purtroppo preoccupante per la tenuta del sistema economico continentale.

Tra poco meno di un mese vedremo se ci saranno aggiornamenti dal nuovo Consiglio Energia che dovrebbe decidere su misure finalmente declinate più nel concreto dalla Commissione. La saga dei prezzi del gas e degli strumenti attivati per limitarne gli effetti negativi sull’economia continuerà a farci compagnia almeno per tutto il prossimo inverno: così come gli inviti a risparmiare gas, abbassando il riscaldamento, per contribuire alla causa comune.