smart working

 

È entrato nel nostro vocabolario insieme alla pandemia e da allora non ci ha mai abbandonato. Si calcola che lo smart working in Italia prima delle restrizioni legate all’epidemia di Covid-19 fosse praticato da poco più di 500.000 persone, diventate improvvisamente 6,5 milioni nel corso del 2020, pari a quasi un terzo dei lavoratori italiani. Inizialmente visto con diffidenza dalle aziende, lo smart working è entrato a far parte delle nostre vite dall’oggi al domani e pare sia piaciuto sia ai lavoratori che alle imprese: ancora nel primo bimestre del 2021, nonostante la fine di molte restrizioni, era praticato dal 33,7% degli italiani.

Lo smart working in tal senso è un’arma in più: l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) calcola che adottando il lavoro a distanza almeno tre giorni alla settimana, potremmo risparmiare circa 400 mila barili di petrolio per il traffico privato, compreso l’effetto di ridurre l’impatto dell’uso dei condizionatori d’auto in estate

SMART WORKING PER IL RISPARMIO ENERGETICO 
E se grazie al remote working siamo riusciti in qualche modo a contenere la pandemia diminuendo gli spostamenti e i momenti di assembramento, oggi il lavoro agile potrebbe venirci in soccorso anche per le rinnovate esigenze di risparmio energetico legate alla guerra in Ucraina. Con la riduzione delle importazioni di gas naturale e petrolio dalla Russia, molti paesi europei, tra cui l’Italia, dovranno trovare nuove forme di approvvigionamento, puntando al contempo a una riduzione dei consumi energetici di privati e aziende.
Lo smart working in tal senso è un’arma in più: l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) calcola che adottando il lavoro a distanza almeno tre giorni alla settimana, potremmo risparmiare circa 400 mila barili di petrolio per il traffico privato, compreso l’effetto di ridurre l’impatto dell’uso dei condizionatori d’auto in estate.
Ma non solo, i lavoratori, non più costretti a spostarsi per raggiungere i propri uffici, avranno meno necessità dei servizi di trasporto. Lo studio “Smartworking e mobilità: l’esperienza del lockdown a Milano” ha analizzato com’è cambiata la domanda di mobilità a Milano durante il periodo del lockdown, con un focus particolare sull’impatto del lavoro agile. L’indagine, che ha preso in considerazione i dati di spostamento di 35.000 utenti, ha evidenziato come gli spostamenti sistematici, in gran parte attribuibili a lavoro o studio, sono diminuiti del 53%. I soli mancati spostamenti imputabili allo smart working (14,5%) potrebbero portare a un risparmio dei consumi energetici quantificabile in 112 chilotep all’anno, che si traducono a livello ambientale in una riduzione delle emissioni quantificabile in 500 tonnellate al giorno di PM 2,5 e 1.300 tonnellate di CO₂.
Lo smart working in questo senso può essere considerato come un importante strumento di supporto alle politiche sulla mobilità urbana. Ripensare la mobilità urbana in tale ottica consente di ripensare la nuova relazione tra territorio, comunità e mondo del lavoro, alleggerendo la pressione ambientale e migliorando la qualità dei territori e la vita dei suoi abitanti.

 

IL PENDOLARISMO ROVESCIATO PER I PICCOLI COMUNI
Ma ripensare il modo di vivere dei nostri territori vuol anche dire sperimentare nuovi modi e luoghi di abitare. È il caso di Jesolo che prima della pandemia contava su una popolazione stabile di 26.000 persone, cresciuta nel giro di un anno a oltre 50.000 abitanti. Tutto a causa del fenomeno, conosciuto anche con il nome di “Pendolarismo rovesciato”, per cui tanti visitatori occasionali che prima della pandemia si trattenevano a Jesolo per poche settimane, hanno poi deciso di fermarsi per un periodo più lungo rispetto a quelle delle vacanze estive per lavorare in smart working da una località piacevole e attrezzata per le loro esigenze.
Oltre al caso di Jesolo, ci sono anche tanti piccoli comuni italiani della provincia che hanno cercato di intercettare questa domanda di evasione dalle grandi città degli smart workers, chi offrendo contributi per l’affitto, chi proponendo vendite immobiliari, chi potenziando le infrastrutture digitali. Un’occasione per ripopolare piccoli borghi e far ripartire le economie locali, offrendo al contempo migliori servizi a vecchi e nuovi cittadini.
Anche in Tirreno Power lo smart working ha trovato terreno fertile: in questi mesi abbiamo cominciato a preferire alle gerarchie le responsabilità individuali e la fiducia reciproca, abbiamo inventato nuovi modi di comunicare tra noi e scoperto che lavorare da casa in tanti casi è un vantaggio sia per noi che per l’ambiente. Dopo una recente indagine interna, che ha mostrato come il lavoro agile continui a essere molto apprezzato tra colleghe e colleghi, è stato recentemente definito un accordo sindacale per organizzare meglio e sistematizzare lo smart working in azienda. Con la volontà di essere anche noi protagonisti di questa trasformazione del lavoro che contempla un cambiamento di abitudini, dei consumi energetici e degli stili di vita collettivi.