L'estate è finita, e il gas?

Quest’anno per il grande rientro dalle ferie estive si è parlato un po’ meno di traffico e un po’ di più di quello che ci aspetterà durante i mesi invernali. La guerra in Ucraina ha esacerbato la volatilità dei prezzi del gas, in un clima simile a quello della crisi energetica del 1979, con nuovi picchi toccati ogni settimana e ha generato una comprensibile attenzione mediatica per le conseguenze sulle tasche di famiglie e imprese. L’Europa sta provando a fare fronte comune per cercare di arginare il problema e, oggi, venerdì 9 settembre, è in programma un Consiglio straordinario dei ministri dell’Unione per mettere a punto un piano condiviso. Sul tavolo c’è il price cap per il gas (un tetto massimo per evitare future oscillazioni) e i primi confronti per pensare a un mercato dell’energia elettrica meno indipendente dal prezzo del gas.

 

RICHIESTA RIDUZIONE VOLONTARIA DELLA DOMANDA
In attesa delle decisioni del Consiglio, il 9 agosto è entrato in vigore il regolamento su una riduzione volontaria della domanda di gas naturale del 15% quest’inverno. Il regolamento prevede la possibilità che il Consiglio attivi uno “stato di allarme dell’Unione” per la sicurezza dell’approvvigionamento, nel qual caso la riduzione della domanda di gas diventerebbe obbligatoria. L’obiettivo del regolamento è ridurre i consumi invernali per prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia, che utilizza costantemente le forniture energetiche come forma di pressione politica.
Per l’attuazione del regolamento in Italia il Ministero per la Transizione ecologica prevede un piano di contenimento dei consumi di gas per 8,2 miliardi di mc tra il primo agosto 2022 e il 31 marzo 2023, attraverso la massimizzazione della produzione elettrica da fonti diverse dal gas, a cominciare dal carbone e dall’olio (-2,1 mld mc), il contenimento del riscaldamento in case e uffici/commercio (-3,2 mld mc), delle misure comportamentali volontarie da incoraggiare con una campagna di comunicazione istituzionale (-2,9 mld mc). L’industria per ora resta esclusa dal piano, ma è stato aperto un tavolo di confronto con Confindustria sugli interventi possibili.

“Si tratta di una prima previsione di misure di contenimento, che potranno essere integrate con quelle di riduzione dei settori industriali, in particolare energivori. Al riguardo è stato aperto un confronto con Confindustria per definire contenuti e modalità di attuazione, nonché è in corso, con la collaborazione di Snam e Confindustria, un rilevamento mediante questionari delle diverse imprese interessate, al fine di determinare il potenziale di riduzione dei consumi su base volontaria/incentivata e le categorie di imprese che hanno cicli produttivi non interrompibili senza preavviso. Saranno al contempo organizzate le misure già previste dal Piano di emergenza gas nazionale, quali l’interrompibilità volontaria dei prelievi di gas e il peak shaving con Gnl”. Dicono dal piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale pubblicato dal Ministero per la Transizione ecologica.

A venirci in aiuto per orientare i nostri acquisti verso scelte sostenibili, possiamo fare affidamento sulla nuova etichetta energetica europea BELT, il cartellino colorato applicato su ogni nuovo elettrodomestico. A differenza della precedente, giudicata troppo complessa, la nuova etichetta prevede una scala di efficienza energetica da A e G, senza più i + e i ++ della vecchia targhetta, e un QR code per ottenere ulteriori informazioni

I CONSIGLI PER RIDURRE I CONSUMI
A livello individuale non mancano certo i consigli per ridurre i propri consumi energetici domestici. In TV e sulla stampa esperti e politici si prodigano nel suggerire di abbassare la temperatura di casa o di ridurre il tempo trascorso sotto la doccia. Considerando che parte dell’energia elettrica che usiamo è prodotta grazie al gas, noi ci limiteremo a offrire una panoramica sui consumi dei più comuni elettrodomestici che ciascuno di noi può avere in casa, lasciando le possibili conclusioni a chi legge.

 

Tabella consumi

La tabella mostra il consumo di energia elettrica degli elettrodomestici di uso comune. Abbiamo considerato una famiglia di 3 persone che vive in una casa di 100 m₂, ipotizzando un’occupazione della casa di 320 giorni all’anno. Il costo dell’energia è invece riferito ad una tariffa D2 monoraria del 2014 regolata dall’Autorità.

A monte dell’utilizzo, a venirci in aiuto per orientare i nostri acquisti verso scelte sostenibili, possiamo fare affidamento sulla nuova etichetta energetica europea BELT, il cartellino colorato applicato su ogni nuovo elettrodomestico. A differenza della precedente, giudicata troppo complessa, la nuova etichetta prevede una scala di efficienza energetica da A e G, senza più i + e i ++ della vecchia targhetta, e un QR code per ottenere ulteriori informazioni.

Aspettando di scoprire le nuove mosse della Russia e le decisioni del Consiglio europeo dei ministri, noi nel frattempo possiamo continuare a goderci la fine di questa lunga estate senza dovere ancora litigare con consorti, figli/e, coinquilini/e, sulla giusta temperatura da tenere in casa. A confortarci in vista dell’autunno resta la consapevolezza che a livello europeo e nazionale stiamo pianificando delle risposte alla possibile crisi energetica che ci aspetta. E chissà che oltre alla tragedia della guerra e ai costi delle bollette, da questa crisi non sia possibile uscirne tutte e tutti un po’ più sostenibili.